Purgatorio, aspettando Paradiso è un lavoro site specific realizzato durante le ricerche preparatorie volte alla produzione di "Paradiso".
La performance è un rito iniziatico che fa del costume la metafora dell'io, e della danza la ricerca dell'estasi.
È concepita per essere realizzata in qualsiasi luogo, anche all'aperto come nel caso del suo debutto a Torino Danza 2019. L'installazione consiste in un cubo di alluminio dalle pareti mobili di due metri, trasparente. Il danzatore deve guadagnare l'interno del cubo attraverso un percorso graduale, per poi iniziare una danza estatica sulle note dei God Speed You Black Emperor.
L'abito idrosulubile, realizzato dalla stilista Sandrine Philippe, copre il corpo del danzatore fino all'apice del suo tragitto, fino ad una prima immobilità durante la quale inizierà il rituale: tre donne verseranno dell'acqua sul tetto del cubo, traforato, lasciando sciogliersi il costume. Si conclude la danza con l'emergere di icone attraverso il corpo del danzatore; attraverso pose estatiche, sottratte alla pittura e alla scultura, immagini del Bernini, di Caravaggio o di Botticelli riaffiorano per scomparire fino ad un'ultima icona, sulla quale risuona la celebre frase che Beatrice rivolge a Dante nel XVII canto del Paradiso :
"Volgiti e ascolta;
ché non pur ne' miei occhi è paradiso"....